TITOLO
((MO!))
SOTTOTITOLO
Odio le persone che non conoscono l’urgenza
AUTORE - INTERPRETE
di e con Giacomo De Luca
STATO ATTUALE
primo studio (creazione inedita che non ha ancora debuttato)
PERIODO DI CREAZIONE
attualmente in corso
PERIODO IDEALE DEL DEBUTTO
2026
DIPARTIMENTO
performance di danza contemporanea / teatro fisico, installazione di videoarte
DURATA
30’ variabile
FORMATO
site-specific (spazi non-convenzionali: museo, teatro, abitazione, urbano, natura)
CREDITI
Ideazione, Regia, Sonoro, Installazione, Video, Costume, Coreografia di Giacomo De Luca
in collaborazione con Visionary Artists For Change:
Floriana Conte Consulenza scientifica storico-artistica per l’arte moderna e contemporanea (Università di Foggia)
Elena Molon Consulenza artistica
Vanessa Pey Camera, post-produzione video pink, black and white
Angelo Bitetti Videomapping, camera, post-produzione video in esterno
Tommaso Accalai Camera, assistenza, post-produzione video
Claudio Prati: tutoraggio
Testo recitato da: "Giornale Notturno I” di Jan Fabre
Testo di sala “Odio le persone che non conoscono l’urgenza” di F.C, da: conferenza stampa, 1985 per “Otello" di Carmelo Bene Musica Ben Frost, Daniel Bjarnason, Jean M. Vivenza, Franco Battiato, Curses, Pan Sonic, KTL, MC_team, AYYA
Vincitore del bando di ricerca al DiDstudio NAO Performing Festival - Fabbrica del Vapore di Milano 2024
PRODUZIONE
La Sfera Danza (Padova IT)
PARTERNARIATO
Con il Sostegno di DIDstudio- Centro di ricerca coreografica e di innovazione interattiva digitale / NAO Performing Festival 24_25 - art 45 MIC / Azioni Trasversali-Ricambio Generazionale. (Milano IT)
NECESSITÀ
Si cerca il Sostegno di Residenza nell’annualità 2025/26
RESIDENZE TRASCORSE
17 - 22 Novembre 2024 presso DiDStudio - Fabbrica del Vapore, Milano, IT
31 marzo - 6 aprile 2025 presso DiDStudio - Fabbrica del Vapore, Milano, IT
RESTITUZIONE DEL PRIMO STUDIO
21 Novembre 2024 presso DiDStudio - Fabbrica del Vapore, Milano, IT
6 Aprile 2025 presso DiDStudio - Fabbrica del Vapore, Milano, IT
SINOSSI
La ricerca di ((MO!)) indaga la percezione sinestetica e l’emersione di qualità intrinseche dell’essere umano, in grado di generare una dinamicità fisica tale da imprimere l’urgenza istintiva de “Il Corpo Futuristico” nell’istante. Spinto all’essenza del movimento, l'interprete si riflette in un dispositivo vivente che accede alla totalità dell’esistenza. In una dimensione psico-cinematografica, lo spazio performativo diviene un affresco di pluri-proiezioni di videodanza, nel catturare il fremito incarnato nel termine mo’, espressione radicata nell’identità culturale del centro-sud Italia. Un’esperienza immersiva che invita il pubblico e l'artista in una campo d’azione interattivo, un flusso generativo che oscilla tra corpo e mente, interno e esterno, passato e futuro, abitando quadri intimi e persuasivi nell’estemporaneità del movimento.
IL PROGETTO
Di natura sperimentale e site-specific, il progetto aderisce a spazi non-convenzionali, come musei, teatri, luoghi all’aperto, contesti urbani e paesaggi naturali. Si articola in 2 formati: Performance, sensoriale e relazionale, composta da assoli coreografici, sezioni d’improvvisazione e azioni performative sperimentali, in cui il performer interagisce costante con un’Installazione audiovisiva immersiva, composta da pluri-proiezioni di videodanza-videoarte, è fruibile anche post-spettacolo in esposizione temporanea. Ideato come un happening esperienziale, include quadri performativi, proiezioni visuali e sonore, un dialogo attivo con il pubblico e un set scenografico-installativo audiovisivo.
SPECIFICHE SITE-SPECIFIC DELL'INSTALLAZIONE POST–PERFORMANCE
Se pianificata in anticipo, l'installazione audiovisiva può rimanere esposta anche dopo la performance, nel luogo designato. La proiezione può essere ricollocata e rimodulata bidimensionalmente a 360°, modificando la visione in altezza, larghezza, profondità e in differenti grandezze, sia nello stesso spazio che in uno adiacente, circostante, o in un altro luogo concordato. L’opera può essere esposta post-spettacolo per un periodo prolungato, con una durata minima di 30’ e una durata massima variabile, che può andare da ore a giorni o mesi, in modalità temporanea, permanente su concessione. Queste modalità favoriscono l’estensione dell’esperienza interattiva e immersiva oltre il termine dello spettacolo, offrendo al pubblico un accesso prolungato all’opera e garantendo una fruizione ampliata in termini di tempo, spazio e prospettive audiovisive.
NECESSITÀ ILLUMINOTECNICHE
Per garantire un'ottima visibilità della proiezione video, è fondamentale uno studio specifico sull'illuminazione del luogo. Si richiede il buio in spazi chiusi e all’aperto, prediligendo orari pomeridiani o serali per le performance all'esterno. In ogni contesto, la modularità e l’adattabilità dell’opera in site-specific rispondono alle esigenze logistiche e curatoriali del luogo. L'artista è disponibile a instaurare un dialogo aperto, effettuando sopralluoghi nelle possibili location per individuare affinità tra architettura, corpi e videoproiezioni, valorizzando reciprocamente lo spazio, le persone e l’opera.
SCENARIO
La performance e l'installazione è site-specific in spazi non convenzionali: Teatrale: palcoscenici, platee, foyer, studi. Museale: musei, mostre espositive. Urbano: spazi urbani, abitazioni, cortili, garage, container, strade. Naturale: paesaggi e ambienti naturali.
GIACOMO DE LUCA
“Danzatore e artista sperimentale. Il suo linguaggio esplora il corpo in una ricerca di sé che indaga la creatività umana” — La Biennale di Venezia, College Danza by Wayne McGregor. 2022
VANESSA PEY
“Attraverso immagini fotografiche e video di grande formato, crea rappresentazioni altamente emotive che articolano i desideri e i disordini dell'umanità, delle architetture che ci sostengono, delle geografie sensoriali che ci circondano. Attraverso gli archetipi, esplora una gamma di emozioni forti: orrore, instabilità, attrazione, rabbia, rimpianto, estasi, disperazione. Non c'è un ritratto calmo, né emotivamente né compositivamente, è come se li avesse catturati nel mezzo di una lotta interiore, nel momento di un conflitto decisivo, di una divisione identitaria. Allo stesso modo troviamo giochi di genere: il maschile diventa femminile e il femminile si perde nell'esibizione dell'immagine; i soggetti sono ridotti alla loro essenza auratica. È interessato agli stati più erratici della nostra esistenza. Sovrapposizioni frenetiche, immagini materiche intrecciate e ripetizioni insistenti” — Gabriele Virgilio Luciani. 2023
Leggi "Mò l'uovo" a cura di Floriana Conte, è il primo reportage delle Residenze artistiche di Giacomo De Luca. Pubblicato su BeeMagazine.it nella rubrica "Per capire l'arte ci vuole una sedia".
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Performing Arts and Contemporary Dance
Visionary Artists for Change Network
Department of Research & Development
Led and directed by Giacomo De Luca
GIACOMO DE LUCA + VISIONARY ARTISTS FOR CHANGE
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